lunedì 28 aprile 2008

CAPITOLO V: Tendenze opposte e la reazione del Magistero sull'Inferno

Il giansenismo
Alla fonte di questa scuola di pensiero si trova l'opera "Agostino" di Cornelius Jansenius ("il più giovane", + 1635): una presentazione squilibrata di Agostino. Il punto centrale è negazione della "grazia sufficiente"(1). Gesù sarebbe morto soltanto per gli eletti (-> croce giansenista con brace poco aperte).
Già il "Catechismo romano" del 1566 (p. es.) aveva insegnato una dottrina contraria: secondo la sufficienza, Gesù è morto per "tutti"; secondo l'effetto (che implica la risposta libera dell'uomo), soltanto per "molti" (2).
Innocenzo X nel 1653 ribadì: Gesù è morto per tutti (DH 2005); Alessandro VIII nel 1690: l'influsso di Gesù si rivolge anche ai pagani, giudei ed eretici (DH 2304-05); Clemente XI nel 1713 contro Quesnel: la grazia viene data anche fuori della Chiesa (DH 2429).

Tesi troppo generose
Nel 1772 troviamo una decisione della Congregazione dell'indice (corrisponde oggi in qualche modo alla Congregazione per la dottrina della fede) contro la tesi: "È probabile che il numero degli eletti sia molto più grande che il numero dei dannati" (3). La ragione per la condanna non era la tesi che il numero degli eletti sarebbe più grande che quello degli riprovati - una tesi tollerata dalla stessa congregazione -, ma l'affermazione "lassista" che il numero degli eletti sarebbe "molto" più grande. Una tale tesi può dare alla gente una sicurezza troppo grande ed una negligenza nella lotta contro il peccato.


1) DH 2305 contro la "preghiera" giansenista: "A gratia sufficienti libera nos, Domine". Viene quindi negata la differenza fra la grazia offerta a tutti ("gratia sufficiens", perché sarebbe sufficiente per arrivare alla salvezza, se fosse accettata) e la grazia che svolge il suo effetto salvifico ("gratia efficax").
2) Cat. rom. II,4,24.
3) A. MICHEL, "Élus, nombre des": DThC IV 2350-78.